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[Becera autopromozione] Abbraccio Fantasma di Ripley Patton

Ancora una volta, vi segnalo l’uscita di un romanzo da me tradotto: Abbraccio fantasma di Ripley Patton. Come al solito per quanto riguarda i post di autopromozione: questa è una segnalazione, il sottoscritto ha interesse che il romanzo venda, non nutrire dopo la mezzanotte (cit.).

 

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Abbraccio fantasma è il seguito di Mano fantasma, che avevo già segnalato in passato. Dopo essere sfuggiti ai CAMFisti a Greenfield, Olivia e i suoi compagni devono salvare la prossima vittima sulla loro lista: Samantha James, ragazza ricca, popolare e – a soli diciassette anni – musicista di successo. Per farlo, Olivia e Passion dovranno spacciarsi per cugine e infiltrarsi in una delle scuole private più prestigiose di Indianapolis. La situazione si complica quando un culto di adoratori della PSS e i segreti di Marcus mettono a repentaglio non solo la missione del gruppo, ma anche le vite stesse dei suoi membri.

Traducendolo, ho trovato questo secondo episodio molto più maturo e coinvolgente del primo (che pure non era malaccio). Su Amazon.it lo trovate a 3,49 euro; cosa aspettate a procurarvelo? ;-)

 
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Pubblicato da su 05/11/2015 in Autopromozione

 

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Italiani meritevoli: Livio Gambarini

Firenze, tredicesimo secolo. La guerra tra Guelfi e Ghibellini distrugge intere famiglie. Tutta la Toscana è sconvolta, ma le due fazioni non sanno che la loro guerra è solo il pallido riflesso di uno scontro che dura da secoli tra i misteriosi abitanti delle lande dello Spirito.
Con ogni mezzo a sua disposizione, Kabal, spirito guida della famiglia Cavalcanti, trama per non soccombere e conquistare il potere. Ha un asso nella manica: il suo nuovo capofamiglia umano, il guerriero e poeta Guido Cavalcanti. Per salvare la sua città e coronare il suo sogno d’amore, Guido dovrà inseguire il sogno di una pace impossibile, e in questo lo aiuterà un giovane e timidissimo poeta, di nome Dante Alighieri…
(dalla sinossi su Amazon.it)

In questa seconda puntata di “Italiani meritevoli” voglio parlarvi di un romanzo che mi ha colpito soprattutto per lo stile e per il connubio tra ambientazione storica ed elementi fantastici. Eternal War: Gli eserciti dei santi non è un romanzo perfetto, tanto vale che ve lo dica subito. Ci sono alcuni difetti, anche notevoli, a cominciare da si può sapere perché mezzo titolo è in inglese, per Anubi? Inoltre, credo che il libro avrebbe avuto bisogno di qualche migliaio di parole in più per chiarire alcuni aspetti del mondo spirituale tratteggiato dall’autore: Kabal e soci sono ben caratterizzati e non si può non trovarli simpatici – per quanto buona parte di loro, se non tutti, siano delle colossali carogne – ma a volte non si capisce bene perché facciano quello che stanno facendo e in cosa consistano esattamente i loro poteri e le loro limitazioni.

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Ciò detto, Gli eserciti dei santi è un romanzo molto divertente e coinvolgente. L’aspetto storico è ben curato e, pur non possedendo le conoscenze necessarie a verificarne o meno l’accuratezza, ho avuto l’impressione che l’ambientazione fosse resa molto bene. L’uso di tanti piccoli dettagli – dal vestiario, agli alimenti, ai costumi – contribuisce ad aggiungere spessore alla vicenda, che dà l’impressione di essere ben ancorata nel suo contesto. La scelta di utilizzare personaggi storici – in particolare i protagonisti della poesia duecentesca – è molto azzeccata: a scuola non ho mai amato Dante e soci, ma come personaggi del romanzo fanno la loro porca figura. Il migliore di tutti rimane comunque Kabal: la sfortuna che lo perseguita e la frustrazione che ne consegue lo rendono un personaggio simpatico e ne compensano la marysueaggine intrinseca dovuta all’essere uno spirito immortale dotato di svariati poteri soprannaturali.

Lo stile di Gambarini è molto buono: le descrizioni di azioni e stati d’animo, in particolare, sono piacevolissime. Un po’ più deboli i dialoghi, almeno in alcuni punti, ma non ho trovato questo difetto grave al punto da inficiare la lettura. Il romanzo ha un buon ritmo e si sviluppa bene, anche se ho trovato la parte finale leggermente troppo rapida, come se l’autore avesse avuto fretta di giungere alla conclusione. Sono rimasto comunque molto soddisfatto dalla lettura.

Gli eserciti dei santi è il primo volume di una trilogia. Questo mi fa ben sperare per l’evoluzione della trama, la spiegazione di alcuni elementi poco chiari e la correzione dei piccoli errori di stile che l’autore fa qua e là.

Eternal War: Gli eserciti dei santi è in vendita su Amazon.it a 4 euro, un prezzo che ritengo tutto sommato giusto. Ne consiglio caldamente l’acquisto, soprattutto agli appassionati di fantasy e romanzi storici.

 
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Pubblicato da su 08/10/2015 in Recensioni

 

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Italiani Meritevoli: Alessandro Scalzo

Devo farvi una confessione: per anni mi sono rifiutato di leggere gli autori italiani di genere. Qualche volta ci ho provato, ma dopo diverse esperienze deludenti e dopo aver letto recensioni negativissime su blog che tengo in grande stima (come Gamberi Fantasy o Baionette Librarie), ho preferito rinunciare: il tempo per leggere è limitato e io preferisco dedicare il mio ad autori che quantomeno ritengo capaci di intrattenermi.

Tra parentesi, la bassa qualità di molte opere italiane di genere non è, secondo me, questione culturale o genetica: semplicemente, mentre gli autori stranieri ci arrivano già “filtrati” dal loro successo in patria (difficilmente un autore terribile riuscirà a essere tradotto e pubblicato all’estero… con qualche notevole eccezione), quelli italiani ce li dobbiamo sorbire tutti. È naturale che il rapporto schifezze/libri decenti peggiori. Ciò detto, per una volta non intendo scrivere una stroncatura; anzi, strano ma vero, questa volta – e non solo –  Neyven trasmetterà un messaggio positivo. Incredibile, eh? ^_^

Qualche tempo fa, mi sono avvicinato alla collana Vaporteppa, diretta nientemeno che dal Duca di Baionette in persona (sotto lo pseudonimo volgare di Marco Carrara). Vaporteppa si pone due obiettivi: da un lato, tradurre e pubblicare nella nostra lingua opere di autori stranieri di genere, soprattutto bizarro e steampunk; dall’altro, scoprire e portare alla ribalata autori italiani di talento. È proprio un romanzo italiano pubblicato nella collana Vaporteppa l’oggetto della prima puntata di Italiani Meritevoli. Sto parlando del primo che ho letto, ossia Caligo di Alessandro Scalzi.

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Il fatto che il libro sia un buon libro emerge già dalla copertina: curata e di ottima qualità, realizzata da un artista (Manuel Preitano) apposta per il romanzo. Siamo lontani anni luce dalle copertine-collage fatte con immagini di stock pagate un tanto alla dozzina, o peggio ancora da quelle disegnate a mano dall’autore (di solito poco dotato artisticamente), dai suoi bambini piccoli, ecc.È vero che l’abito non fa il monaco, ma il fatto che un editore sia disposto a investire su una buona copertina è di per sé un ottimo segno: vuol dire che considera la pubblicazione un affare serio e rende più probabile che abbia prestato attenzione anche agli altri elementi che la compongono (come l’editing e la formattazione).

Il romanzo in sé (no spoiler) è molto coinvolgente. Lo definirei come fondamentalmente steampunk, con un tocco di commedia sexy all’italiana che non è (quasi) mai eccessivo. Lo stile di Alessandro Scalzo e la qualità dell’editing sono eccellenti: descrizioni eccezionali, dialoghi serrati, pochissime sbavature. Il punto di vista della protagonista è reso molto bene. Raramente mi sono trovato a leggere romanzi di questa qualità. Caligo non è perfetto; ricordo di aver alzato il sopracciglio almeno un paio di volte. Ma si trattava di problemi minori, legati soprattutto al mio gusto e comunque molto circoscritti. La qualità generale del romanzo non ne è intaccata.

Eccellenti sono anche le note alla fine dell’e-book, che offrono approfondimenti su alcuni temi trattati dal romanzo e spunti di riflessione generale. Nonostante tra di esse vi sia un invito, da parte dell’editore, a segnalare eventuali refusi, io non ne ho trovati o non vi ho fatto caso: anche da questo punto di vista, la qualità dell’opera è eccezionale.

L’unico difetto “grave” che ho riscontrato in Caligo è la sua brevità: 62.400 parole non sono molte e, alla conclusione del romanzo, mi sono trovato a pensare che alcuni elementi meritassero più approfondimento. Dieci o quindicimila parole in più non sarebbero state inutili. Ciò nonostante, ritengo Caligo un ottimo romanzo e, se ci fosse un seguito, lo comprerei senza pensarci due volte. L’universo immaginario, lo stile dell’autore e la cura dell’opera mi hanno conquistato.

Caligo è in vendita su Amazon.it all’onesto prezzo di 4,99 €. Il Baka ne consiglia caldamente l’acquisto. ^_^

 
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Pubblicato da su 28/09/2015 in Recensioni

 

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La pirateria e la morte della letteratura

Mi è capitato spesso, soprattutto negli ultimi tempi,di leggere discorsi che collegano l’insuccesso o il fallimento di autori, collane editoriali, editori e quant’altro alla pirateria. In alcuni casi si trattava di affermazioni fatte o riportate da persone che conosco e di cui, in circostanze normali, ammiro l’intelligenza. L’idea che “la pirateria uccide gli artisti” non è una novità: sono anni che le industrie editoriale, cinematografica, musicale e chi più ne ha più ne metta hanno fatto di questa idea degenere il loro cavallo di battaglia.

Ovviamente, dato che siamo su Neyven, avrete già capito cosa ne penso di tutto ciò.

Gordonata pazzeca

L’idea che una copia piratata sia una copia invenduta nasce dall’arroganza di persone che vogliono giustificare le proprie mancanze. È facile alzare i pugni al cielo e imputare la mancanza di vendite a tutti quei pirati cattivi che scaricano da Internet invece di comprare: molto più facile che esaminare il proprio operato e rendersi conto di aver sbagliato. “Se non ci fosse la pirateria, potrei vivere del mio lavoro!” esclama lo scrittore fallito. Guarda caso, non ho mai sentito un autore o un editore affermare: “Ho sbagliato questo e quest’altro. La colpa del mio insuccesso è solo mia.” Chissà come mai. ^_^

La verità è un’altra: chi preferisce piratare a comprare non è una persona che, in altre circostanze, acquisterebbe il prodotto che ha scaricato illegalmente. Per questo la cosiddetta “lotta alla pirateria” è perfettamente inutile: sono soldi buttati, spesi inutilmente in “protezioni” che infastidiscono gli acquirenti legittimi e non fanno nulla per ostacolare i pirati (anzi,aumentano le possibilità che le persone appartenenti alla prima categoria, esasperate dalle limitazioni, passino alla seconda).

Se non posso permettermi una cosa, impedirmi di piratarla (cosa che, peraltro, è impossibile) non mi farà acquisire magicamente il denaro per acquistarla. Se non ho intenzione di spendere soldi per qualcosa che secondo me non li vale, rendermi impossibile venirne in possesso se non pagando non mi farà venire improvvisamente voglia di acquistare qualcosa che, secondo me, non vale il suo prezzo. Non bisogna essere dei geni per capirlo: basta avere una minima comprensione di come funziona la mente umana.

A meno di non voler fare come quei filosofi che, invece di guardare dal cannocchiale di Galileo, preferirono imbastire un dibattito puramente teorico riguardo le stelle ^_^

A meno di non voler fare come quei filosofi che, invece di guardare dal cannocchiale di Galileo, preferirono imbastire un dibattito puramente teorico riguardo le stelle ^_^

Il vostro autore preferito non ha smesso di scrivere perché i pirati cattivi gli hanno impedito di trarre un guadagno dal suo lavoro: ha smesso di scrivere perché non vendeva abbastanza. La colpa della sua incapacità di scrivere decentemente, di promuovere le proprie opere e/o di commercializzarle non è dei pirati: è sua e soltanto sua. Se non ci sono abbastanza persone disposte a pagare per leggere i suoi romanzi, è naturale che egli debba trovare altre fonti di reddito. Il mercato premia chi lo conosce e sa adattarvisi, non “la passione” o chissà che cosa.

Per scrivere bene bisogna studiare le tecniche di scrittura. Per promuovere un libro in modo efficace bisogna studiare il marketing. Per scrivere un libro che venda bisogna studiare il mercato e conoscere i temi e i generi che vanno per la maggiore o che, quantomeno, possono attrarre una fetta di pubblico sufficiente alla sopravvivenza. Lamentarsi del fatto che “la tecnica uccide la passione”, che “il marketing è una truffa” o che “bisogna scrivere quello che si ha nel cuore, non quello che vuole il mercato” è come lamentarsi del fatto che, cadendo dal quarto piano, è molto probabile rompersi le ossa: né il cemento né forza di gravità, ossia le componenti più importanti della situazione, vi daranno retta. Ma suppongo che le lamentele possano aiutare a sentirsi moralmente superiori a non si sa chi. ^_^

Scrivere è un mestiere e quello dei libri è un mercato. Esattamente come un musicista o un artista, uno scrittore deve prenderne atto se vuole sopravvivere. Tenendo presente che diventare professionisti non è un obbligo: ci si può divertire anche rimanendo dilettanti e facendo altro per vivere. Ma questo non significa che professionisti non debbano prendere atto della situazione in cui si trovano e seguire determinate regole di sopravvivenza. Chi non ce la fa subisce le conseguenze naturali del suo fallimento.

Chiudiamo in bellezza con Lisa Ann

Chiudiamo in bellezza con Lisa Ann ^^

 
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Pubblicato da su 05/09/2015 in Letteratura, Uncategorized

 

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[Becera autopromozione] Una Canzone per Julia di Charles Sheehan-Miles

(giuro che il prossimo sarà un post utile. Giurin giurello, potesse cascarmi il pi- AHEM!)

Vi segnalo l’uscita, proprio ieri, di Una canzone per Julia, romanzo da me tradotto. Come al solito per quanto riguarda i post di autopromozione: questa è una segnalazione, il sottoscritto ha interesse che il romanzo venda, non nutrire dopo la mezzanotte (cit.).

 

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Una canzone per Julia parla di due persone: Crank Wilson e Julia Thompson. Crank è un musicista squattrinato, donnaiolo (persone meno fini di noi lo definirebbero “puttaniere”), figlio di un povero poliziotto di Boston con cui ha rapporti turbolenti e con un fratello affetto dalla sindrome di Asperger. Non ha mai finito le superiori e, finora, non ha combinato nulla di buono nella vita. Non è interessato ad avere relazioni e non ne cerca.

Julia è figlia di un ambasciatore in pensione. La sua famiglia è ricca e Julia stessa, studentessa di finanza internazionale ad Harvard, non ha mai conosciuto il minimo problema economico. In compenso cova dentro di sé un trauma dolorosissimo da quando aveva quattordici anni. Ora ne ha ventidue e ha deciso che il modo migliore per conservare libertà e salute mentale è non innamorarsi mai più.

Quando Crank e Julia si incontrano durante una manifestazione contro la guerra in Iraq, il destino decide che è venuto il momento di mettere in scena la lotta tra sentimenti naturali e ombre del passato.

Una canzone per Julia non è soltanto una storia d’amore interclassista, come ce ne sono tante; è anche e soprattutto una storia di persone ferite che lottano per sopravvivere e per amare nonostante i propri complessi. Come traduttore del romanzo, posso dirvi che è stata una bella esperienza leggerlo e tradurlo in italiano (per non parlare del fatto che Charles è una persona molto simpatica). Il giudizio finale, naturalmente, spetta solo ai lettori.

Una canzone per Julia è in vendita su Amazon.it, Kobo Store e iTunes.

 
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Pubblicato da su 02/09/2015 in Autopromozione

 

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[Becera autopromozione] Mano Fantasma di Ripley Patton

Questa volta, invece di un post di pubblica utilità, vi segnalo l’uscita di un romanzo da me tradotto: Mano fantasma di Ripley Patton (cliccate sull’immagine per il link ad Amazon.it). Premetto, per correttezza, che oltre a essere il traduttore del romanzo, il sottoscritto guadagna una percentuale per ogni copia venduta; ne consegue che questa non è una recensione e che, se vi sto sulle scatole, fate meglio a evitare di acquistare l’ebook. ^_^

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Ambientato in un mondo simile al nostro, Mano fantasma si colloca a metà strada fra lo young adult e la fantascienza. Il romanzo racconta la storia di Olivia, una ragazza nata con una rara patologia: la sua mano destra, invece che di carne e sangue, non è che una silhouette eterea. La vita di Olivia, già abbastanza complicata di per sé, subisce enormi cambiamenti quando la sua mano fantasma comincia a dare segni di possedere strani poteri e una volontà propria; al tempo stesso, una potente organizzazione bigotta e ostile nei confronti di chi vive la condizione di Olivia comincia a darle la caccia e lei si vede costretta ad affidarsi all’aiuto di Marcus, un ragazzo sconosciuto di cui non è completamente sicura di potersi fidare.

Su Amazon.it, Mano fantasma costa solo € 2,49. Se vi piace il genere fantascienza/young adult, o se amate il Baka e volete fargli guadagnare qualche soldo per il suo lavoro, due euro e mezzo non sono poi tanti. ^_^

 
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Pubblicato da su 16/08/2015 in Autopromozione

 

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Comix Archive e le traduzioni criminali

Come forse qualcuno si ricorderà, il vostro amato Bakakura di mestiere fa il traduttore. La mia professione è uno dei motivi per cui aggiorno il blog molto raramente: dopo aver passato ore e ore a tradurre, e ore e ore a scrivere, la voglia di passarne altre a bloggare non è spaventosamente alta.

A ogni modo, come ogni buon (?) traduttore che si rispetti, ho un’avversione naturale nei confronti dei traduttori cattivi. Non li sopporto. I cattivi traduttori gettano fango sulla professione e sull’arte della traduzione in sé, oltre a essere, normalmente, dei perfetti imbecilli: individui che solo la mollezza della società moderna ha risparmiato dal subire gli effetti della selezione naturale. In un ambiente sano, il gruppo si purgherebbe naturalmente di simili individui; purtroppo, per qualche motivo, essi tendono a rimanere liberi di operare e di corroderlo dall’interno.

Peggio ancora dei cattivi traduttori, però, sono i traduttori infami: coloro i quali distorcono volontariamente il messaggio originale per scopi di vario genere, solitamente di carattere ideologico. Non distinguo fra destra o sinistra, progressisti o retrogradi; chi nega la verità è un infame e merita di essere riconosciuto pubblicamente come tale. Non importa quanto sia buona la tua causa: se menti, sei un bugiardo.

Tutta questa premessa serve a introdurre l’orrore in cui sono incappato poco fa. Si tratta di una traduzione infamissima, dove affermazioni fasulle e diffamatorie sono attribuite a persone che non le hanno mai fatte. Sto parlando, ovviamente, della traduzione dell’intervista di CBR News ad Axel Alonso riguardo l’outing dell’Uomo Ghiaccio. Edit: Mi hanno informato che l’articolo in questione è stato rimosso da Comix Archive. Vittoria! ^_^

L’antefatto

Per chi ancora non lo sapesse, il numero 40 di All New X-Men ha visto l’ennesima innovazione in casa Marvel: l’Uomo Ghiaccio, uno degli X-Men originali, è stato ufficialmente dichiarato omosessuale. E fin qui, tutto bene. La politica della Marvel di “modernizzare” i suoi personaggi rendendoli gay, bisessuali, neri o [inserite la vostra minoranza preferita qui] si può discutere, ma quello che è certo è che dei loro personaggi fanno quello che vogliono, dicono quello che vogliono e, più in generale, hanno il pieno controllo.

Il fattaccio

Quello di cui non si può discutere, trattandosi di un principio non negoziabile, è il fatto che, nel tradurre un’intervista, va rispettato il messaggio originale. Fare il contrario non è soltanto contrario all’etica, alla morale e (nel caso dei lavori su commissione) alle condizioni contrattuali, è anche illegale: far dire a qualcuno cose che non ha detto, infatti, può configurarsi come diffamazione, soprattutto se le affermazioni in questione vengono messe tra virgolette. Potrebbe essere questo il caso dell’intervista ad Axel Alonsoeditor-in-chief della Marvel Comics, effettuata da CBR News, riportata e tradotta da Comix Archive. I primi due non hanno colpe, almeno per quanto ne sappia io: non mi risulta che abbiano commissionato o approvato la traduzione (del resto, per approvare una boiata del genere bisognerebbe essere autolesionisti). Comix Archive, invece, di colpe ne ha un sacco. Vediamo quali.

L’articolo che ho linkato (reperito l’8 luglio 2015) riporta le domande del giornalista e le dichiarazioni di Alonso, entrambe in inglese, a fronte della traduzione in Italiano. Il problema è che, fra le une e l’altra, c’è un abisso in termini di tono. Alcune affermazioni hanno subito pesanti modifiche nella traduzione, con l’aggiunta di espressioni aspre e critiche che non appaiono nell’originale e ne stravolgono il significato. Ad esempio, osservate questo passaggio (fate click per ingrandire):

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Quel “caratterizzato da una sessualità molto deviata” non compare, nemmeno parafrasato, nel testo originale. È un’invenzione del traduttore. Non esiste. Eppure eccolo lì, attribuito a un redattore di CBR News che non si è mai sognato di pronunciarlo. Si tratta di un fatto gravissimo. “Deviata” è un termine fortemente negativo, e considerare tale l’omosessualità non rientra nella linea politica di CBR News, perlomeno per quanto ne sappia io. E anche se vi rientrasse, spetterebbe alla testata decidere come e in che modo esprimere questo suo orientamento, non certo al primo cretino che passa.

Non contento, il traduttore prosegue con ulteriori oscenità (fate click per ingrandire):

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Continuano le invenzioni del traduttore, ormai fuori controllo: “sessualità depravata” e “che qualcosa non andasse in lui” non sono parole di Alonso, che non le ha mai pronunciate (e del resto, avendo lui stesso approvato il contenuto della storia, non avrebbe avuto senso che le pronunciasse). Non l’ho sottolineato e non ho voglia di riaprire Paint (sì, ho modificato gli screenshot con Paint. Denunciatemi), ma poco sotto si legge “se il giovane Bobby confessava [sic] la sua sessualità deviata”, traduzione poco probabile di “if young Bobby were to come to this moment of clarity”. Non contento, il traduttore massacra la lingua italiana oltre che l’intervista originale.

A parte il bigottismo più becero, condito da una buona dose di cretineria, quale altra giustificazione può esserci per questo comportamento? Ve lo dico io: nessuna. Chi ha tradotto l’intervista ad Alonso è un bugiardo, bigotto e ignorante (delle regole della traduzione e della grammatica, quantomeno). La sua opera danneggia gravemente l’immagine di un autore e di un intervistatore che, nell’originale, si comportano in modo esemplare. La cosa peggiore è che una persona che non legge bene l’inglese potrebbe non accorgersi delle menzogne e arrivare a credere che tanto Alonso quanto CBR News siano degli omofobi (magari lo sono davvero, ma di sicuro non in questa intervista).

Le menzogne non finiscono qui! Qualche paragrafo dopo, il traduttore inventa reazioni “esterrefatte e scandalizzate” a cui l’intervistatore non aveva neppure pensato (fate click per ingrandire):

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Da notare come l’originale non specifichi le reazioni del pubblico, chiedendo semplicemente ad Alonso un’opinione sul responso dei lettori. Il giornalismo corretto è stato tradotto come giornalismo scorretto, dato che una delle regole fondamentali dell’intervista è “Mai guidare l’interlocutore verso una risposta specifica”.

Non sto a riportare il resto dell’articolo; gli ho dato solo una scorsa e mi sembra che di boiate grosse come quelle sopra non ce ne fossero. Potrei sempre sbagliarmi; del resto, non c’è limite all’idiozia. Disse bene il grande Isaac Aasimov quando scrisse: “Contro la stupidità umana, neanche gli dèi possono lottare con successo.

Non so se CBR news sia o meno al corrente della traduzione e l’abbia approvata. Nel dubbio, oltre ad aver scritto questo articolo, ho inviato loro una mail in cui ho denunciato l’abuso perpetrato nei loro confronti. Spetterà a loro, ed eventualmente ad Alonso e alla Marvel, intraprendere eventuali azioni legali. Da parte mia, ho semplicemente esercitato il mio diritto di critica e denunzia civile, come stabilito dalla Corte di Cassazione. Sperando che, almeno questa volta, sia sufficiente.

 
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Pubblicato da su 08/07/2015 in Fumetti

 

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Mail di lavoro e chiarimenti

Come i lettori fedeli sanno, il sottoscritto di mestiere fa il traduttore. Di recente ho ricevuto una mail dove mi si offriva una prestazione occasionale come interprete (che non equivale a “traduttore” e non rientra nel genere di servizi che io offro). Di seguito la mia risposta, che spero serva a chiarire eventuali dubbi di chiunque incappi da queste parti ^^

Buonasera,

Vi ringrazio molto per la proposta. Vi dico subito che mi vedo costretto a declinare, per due motivi. Il primo è un motivo di carattere professionale: non offro servizi di interpretariato. Mi stupisce che vi siate rivolti a me proprio per questi, dato che in nessun luogo ove sia reperibile il mio contatto e-mail ho mai affermato di essere un interprete o di essere disponibile a improvvisarmi tale. Non siete i primi a farmi una proposta del genere, dunque potrebbe esserci di mezzo un mio errore di comunicazione. Cercherò di rimediare.
Il secondo motivo del mio rifiuto è che, pur non essendo io stesso interprete, conosco il valore di un buon interpretariato, e trovo la vostra offerta gravemente insufficiente. La vostra mail prospetta un impegno giornaliero di circa 6 ore, a cui vanno sommate quelle spese in trasferta (di cui voi rimborsate solo i costi; il tempo che passo lontano dai miei cari, o comunque non in attività che sarebbero di mio maggiore gradimento, chi me lo rimborsa?). Per un totale di 12 ore più le trasferte, voi mi offrite 160 euro “COMPLESSIVI” (maiuscolo vostro) e “al lordo della Ritenuta d’Acconto”. Questo si tradurrebbe, per il sottoscritto, in un guadagno di 128 euro (la ritenuta d’acconto consiste nel 20% del totale). 128 diviso 12 fa 10,66, un compenso orario più o meno al livello di quello richiesto da uno studente universitario che dà ripetizioni in nero in una città dove il costo della vita non è troppo alto. Perdonatemi, ma non riesco a considerarlo minimamente adeguato, soprattutto a fronte di tariffe di mercato [qui ho inserito tre link, nda] che si aggirano intorno al quintuplo.
Mi permetto, infine, di segnalarvi come io non possieda né abbia mai dichiarato di possedere alcuna qualifica o esperienza nell’ambito dell’interpretariato. Il fatto che vi siate comunque rivolti a me mi fa pensare che non siate alla ricerca di persone particolarmente abili nello svolgere il loro lavoro, cosa che ritengo profondamente sbagliata e contraria all’interesse della vostra azienda.

Cordiali saluti,
Bakakura

 
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Pubblicato da su 05/05/2015 in Lavoro

 

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Piccole vanterie personali

Qualche giorno fa, l’e-zine americana Daily Science Fiction ha pubblicato una mia storia. Potete reperirla qui (gratis e senza bisogno di registrarvi).

La pubblicazione di questa storia mi rende felice per diversi motivi. In primo luogo perché è una storiella che mi piace; l’ho scritta in un momento di ispirazione, di getto, e il fatto che sia piaciuta anche ad altri non può che rendermi orgoglioso. È uno dei mie primi tentativi di flash fiction e, al tempo stesso, di storia con temi “impegnati”, anche se ho volutamente evitato morali di ogni genere (insomma, pensate quello che vi pare, l’importante è che pensiate – scherzo, l’importante è che non veniate a seccarmi se il contenuto offende la vostra sensibilità perbenista).

Un indizio sul tema della storia ^^

Un indizio sul tema della storia ^^

Il secondo motivo è che si tratta della mia prima storia pubblicata in inglese. Da diversi mesi ho cominciato a scrivere in questa lingua; all’inizio facevo pena, e si è visto (ho ricevuto un sacco di giusti rifiuti), ma poi ho cominciato a ottenere dei risultati, sia di persona che attraverso feedback altrui. La pubblicazione, ovviamente, è il feedback più gradito in assoluto, perché significa che qualcuno ha apprezzato il mio lavoro di scrittore al punto da pagarlo. ^_^

Il che ci porta al terzo motivo di gaudio: sono contento di aver pubblicato con Daily Science Fiction perché si tratta di quello che in gergo è definito un professional market, cioè un editore che riconosce ai suoi autori tariffe professionali. E va pure oltre il minimo sindacale: la SFWA considera “professionale” una retribuzione a partire da 0,06 $/parola, e DSF ne paga 0,08. Poco rispetto ai mercati più ghiotti (Tor.com arriva a 0,25 $/parola, ma ha criteri di selezione rigidissimi e tempi di valutazione molto lunghi), ma comunque un riconoscimento di tutto rispetto, che sottolinea quello che ho sempre sostenuto: non è vero che non si possono pagare gli scrittori. Non è vero che la scrittura dev’essere per forza un’hobby e che l’arte (in ogni sua forma) non debba avere la sua giusta retribuzione. Scrivere è un lavoro intellettuale che richiede molto studio, molta fatica e molto tempo. È giusto trarne profitto, così com’è giusto che chi produce contenuto (e dunque ricchezza) venga ricompensato.

Mi fermo qui, per evitare di trasformare il post in un rant. Spero che vogliate condividere la mia felicità levando un calice di buona birra e mangiando tante cipolle ^_^

 
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Pubblicato da su 07/12/2014 in Scrittura

 

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Dio è morto, il blog no

… anche se chi capita su questi lidi senza conoscerne la storia potrebbe pensarlo, visto che l’ultimo aggiornamento risale a febbraio, quello prima a novembre e quello prima ancora a settembre (e non è che fossero dei grandi aggiornamenti).

Quello che il vostro Baka ha vissuto e sta vivendo è stato un periodo difficile e strano. Molto strano. Sono successe tante cose, poche belle, alcune brutte, altre bizzarre. È un periodo della mia vita in cui mi trovo di fronte a un grande vuoto, che può significare opportunità come rischio di perdersi. Ma devo ammettere che non mi sono mai perdonato di aver abbandonato il blog.

Cosa vi prometto con questo post? Nulla. Ho già fatto promesse in passato; non le ho mantenute e non voglio commettere di nuovo lo stesso errore. Quello che posso dire è che, se da qualche parte ho ancora l’ispirazione per dei post, mi sforzerò di tirarla fuori invece di soffocarla vigliaccamente come ho fatto in quest’ultimo anno. Chissà, magari riceverò anche qualcuno di quei commenti che mi davano tanta soddisfazione.

Chiudo il post con un gufetto, perché i gufetti sono simpatici (quasi quanto i lupacchiotti).

"Poffarbacco, che gente strana che c'è qui."

“Poffarbacco, che gente strana che c’è qui.”

 
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Pubblicato da su 24/06/2014 in Comunicazioni di servizio

 

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