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Archivi tag: Armi inutili

Consigli per scrittori: cinque armi che sembrano fighe, ma sono solo stupide

Ovvero: se volete essere presi sul serio, non inseritele nelle vostre storie.

Ascia bipenne

L’ascia bipenne era l’emblema del potere dei re di Creta, oltre che un simbolo religioso generico diffuso in Grecia e, successivamente, a Roma. Era anche uno strumento utilizzato per sacrificare animali di grossa taglia agli dèi. Non è mai stata utilizzata come arma: rispetto a una scure comune (come questa) è troppo lenta e pesante e offre solo il discutibile vantaggio di avere una seconda lama da utilizzare quando la prima si è consumata (ma un guerriero morto non ha bisogno di cambiare lama). Il peso incrementato non significa nemmeno che l’arma “colpisce più duro”, come dimostrato dal discorso sulla buster sword subito sotto.

A parte questo, l’ascia di per sé è un’arma di seconda scelta, che la maggior parte dei guerrieri eviterebbe in favore di una spada, una lancia o un’arma inastata (rispettivamente un’arma versatile e robusta, un’arma lunga e un’arma tendenzialmente più efficace contro le armature). Certo, non sempre si può scegliere, ma lo stereotipo del nano armato di ascia sa ormai di stantio e non ha nemmeno basi tecniche plausibili: una compagnia di guerrieri nani farebbe meglio a utilizzare lance o alabarde, o meglio ancora delle picche, per sfruttare al massimo la propria compattezza (meno larghi sono gli uomini, più se ne possono accumulare e più fitto è il muro di punte) e diminuire lo svantaggio dato dalle braccia corte. Oppure, dato che i nani sono spesso dipinti come artigiani abilissimi, potrebbero costruire le fortificazioni migliori del mondo e fare “marameo!” a chiunque passi di lì, certi di non poter essere vittime di rappresaglie. ^_^

Buster sword (e spade giganti in generale)

Per buster sword si intendono quelle spade sovradimensionate che si vedono in alcuni Final Fantasy e in Berserk. Nonostante l’aspetto minaccioso, sono armi estremamente inefficienti, come dimostra questo video:

Alla base dell’idiozia di queste armi sta la formula dell’energia cinetica:

Come potete vedere, raddoppiare il peso raddoppia l’energia cinetica e raddoppiare la velocità la quadruplica; è dunque molto meglio avere una spada leggera con cui si possono sferrare fendenti veloci, che non una spada il cui peso costringe chi la usa a colpire con la lentezza del genio nel video. A parità di muscolatura e addestramento, la prima colpirà con maggior forza e stancherà di meno il combattente. E prima che qualcuno lo chieda: sì, le vere spade a due mani pesano più di quelle a una mano, ma hanno una portata maggiore e i loro colpi sono “spinti” da entrambe le braccia (ma vah!), quindi riescono  a essere utili. Le buster sword no.

Fucile revolver

Carabina revolver prodotta da Colt

“Ecco un’idea geniale per caratterizzare il protagonista del mio romanzo: gli farò usare un fucile con un tamburo simile a quello dei revolver! Scommetto che nessuno ci ha mai pensato prima!”

In realtà qualcuno lo ha fatto. Anzi, diverse persone; fra queste c’è stato nientemeno che Samuel Colt, il famoso inventore e produttore di armi. I fucili revolver sono stati prodotti in pochissimi esemplari e non hanno mai preso piede per via di alcuni minuscoli difetti; fra questi, il fatto che usarli fosse pericoloso per il tiratore. ^_^ Il meccanismo dei revolver, infatti, prevede che ci sia dello spazio vuoto fra le camere di sparo e la canna, per consentire al tamburo di ruotare; tale mancanza di tenuta stagna consente la fuoriuscita di gas e scintille al momento dello sparo (sopratutto con le cartucce a polvere nera, che si usavano al tempo di Colt e compagnia). Non è un problema quando si usa una pistola, visto che la mano o le mani sono posizionate in basso e indietro rispetto al tamburo; un fucile, tuttavia, si impugna con una mano avanzata, che viene a trovarsi (per forza di cose) di fronte al tamburo ed è quindi esposta a vampate di fumo rovente e fiammate varie (le cartucce da fucile sono più potenti di quelle da pistola, pertanto il problema risulta accentuato). Per non parlare poi del rischio di “fuoco a catena”, un fenomeno che può capitare con le armi a percussione: in tale caso, tutte le camere del tamburo sparano contemporaneamente. Quando succede con un revolver, provoca qualche bestemmia; quando succede con un fucile a revolver, dove una mano viene a trovarsi lungo la traiettoria di due o tre proiettili, è un problema grosso. ^_^

Gunblade

“Seconda idea geniale: mettiamo un revolver nell’impugnatura di una spada e avremo un’arma che combina i vantaggi di entrambe!”

Purtroppo, un’affermazione del genere è veritiera solo in un mondo con le leggi della meccanica e della fisica di Final Fantasy. Nella realtà, i gunblade sono armi inutili: la lama sbilancia terribilmente la pistola, rendendo il tiro impreciso, e il revolver appesantisce troppo l’impugnatura della spada (che, fra parentesi, non può essere adatta allo stesso tempo per il tiro o per il combattimento corpo a corpo: bisogna scegliere!). Per non parlare degli enormi rischi di fuoco accidentale quando l’arma cozza violentemente contro qualcosa di duro (tipo la lama di una spada o il bordo di uno scudo), o della quasi certezza che una parata o un colpo sferrato male rovineranno il meccanismo di fuoco, rendendo la parte “pistola” inutilizzabile.

Armi simili ai gunblade sono esistite storicamente, ma erano a colpo singolo e avevano lame di coltello; un modello, la Elgin cutlass pistol calibro .54, è stata prodotta negli Stati uniti nel 1838 e adottata da una spedizione americana nei Mari del Sud. In teoria avrebbe dovuto essere utilizzata durante gli arrembaggi, per sparare un colpo e avere subito a disposizione un coltellaccio per il corpo a corpo; considerato che non ha mai avuto successo, non doveva essere poi tanto utile. “^_^

Spada a doppia lama

La spada a doppia lama è stata resa famosa da giochi di ruolo come Dungeons&Dragons e videogiochi come Neverwinter Nights. Può sembrare un ibrido tra la capacità difensiva e la versatilità di un bastone e il potenziale offensivo di una spada, ma in realtà non è così: poiché l’arma può essere afferrata in un numero limitato di punti (indizio: non ci deve essere una lama dove si mettono le dita!), il numero di prese possibili è molto limitato e la sua lunghezza non può essere sfruttata interamente. L’unico suo pregio sta nel fatto che, se l’avversario para un’estremità, è possibile colpirlo immediatamente con l’altra mentre la sua arma è bloccata… a meno che non abbia uno scudo o due armi. Dato il tipo di prese possibili, inoltre, ho dei seri dubbi sul fatto che il taglio e l’affondo siano efficaci quando quelli di una spada a due mani tradizionale. Molto meglio eliminare una delle due lame, allungare l’asta e usare il naginata che ne risulta.

 
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Pubblicato da su 21/09/2011 in Consigli per scrittori, Letteratura

 

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